Lo Specchio di Perseo

Lo Specchio di Perseo

Lo Specchio di PerseoAntonietta Zanatta – Lo Specchio di Perseo
2006-2007
tempera e pastelli su cartone, metalli, vetro, legno
cm 99×116

Ovidio, “Metamorfosi”, IV 772-786

L’erede di Agenore narra come ai piedi del gelido Atlante
si distenda un luogo protetto da un bastione invalicabile,
e come al suo ingresso abitassero due gemelle,
figlie di Forco, che si dividevano l’uso di un occhio solo;
come lui con destrezza glielo carpì, inserendo la propria mano
mentre se lo scambiavano; come attraverso sentieri sperduti
e impervi, attraverso orridi nell’intrico di foreste,
giunse alla casa di Gorgone, e qua e là in mezzo ai campi,
nei sentieri gli avvenne di vedere figure di uomini e belve
mutati da esseri vivi in granito per aver visto Medusa.
Ma lui aveva scorto, riflessa nel bronzo dello scudo
che reggeva col braccio sinistro, l’orrenda immagine,
e mentre un sonno pesante gravava sui serpenti e su lei stessa,
le spiccò il capo dal collo: quasi fosse linfa materna
dal sangue nacquero Pegaso, l’alato destriero, e suo fratello.

La Tecnica dell’Opera

Lo Specchio di Perseo è costituito da un assemblaggio di materiali eterogenei in cui convivono pittura e scultura.

Il sostegno è formato da un Triangolo Equilatero in lamiera dipinta in nero con colore a nitro, in modo da ottenere una superficie opaca e lievemente rugosa.

Su questo Triangolo poggiano, leggermente sollevati dal piano, due inserti dello stesso materiale, sagomati in maniera da evidenziare gli elementi centrali dell’opera.

Al Centro della base triangolare è posta una striscia di rame, seminascosta dal secondo triangolo sagomato.

L’insieme di questi elementi crea dei giochi di luci, ombre e riverberi che enfatizza l’elemento centrale.

Questo è formato da una cornice modanata ovale in legno, successivamente scolpita in modo da ottenere delle Foglie di Ulivo e dipinta con vernici metalliche rame e oro.

Al suo interno è racchiuso un dipinto simbolico a tempera e vernici metalliche su cartone, nel cui centro è posto uno Specchio circolare.

Il Tema dell’Opera: Il Mito

Lo Specchio di Perseo trae ispirazione da diverse versioni del mito di Perseo e Medusa.
Un brano delle “Metamorfosi” di Ovidio è posto accanto alla riproduzione dell’opera, come tardo esempio di tali racconti mitici.

Lo Specchio di Perseo si presenta come una “speculazione” su un tema ricorrente nelle varianti di questo mito: lo sguardo, il guardare, l’essere guardati, l’impossibilità di guardare.

Lo sguardo di Medusa pietrifica anche dopo la sua morte e per poterlo sostenere bisogna guardarlo attraverso uno Specchio.

Le Divinità Femminili

Una peculiarità del mito, come ci è pervenuto, è che questo ragionare attorno allo sguardo è costantemente legato all’incontro tra un uomo e la divinità nel suo manifestarsi femminile e trino.

La prima divinità femminile che appare è Atena, che veniva chiamata anche con l’ambiguo epiteto di “glaukopis” che può significare sia “dagli occhi di gufo” che “dagli occhi color del mare” oppure “dagli occhi color dell’ulivo”.

Di seguito appare una triade di ninfe, le Naiadi dell’isola di Serifo; esse, su ordine di Atena, consegnano a Perseo i Tre oggetti indispensabili per arrivare a Medusa:

i calzari alati di Ermes;

la “kibisis” ovvero la borsa che avrebbe occultato la testa della Gorgone;

la cappa di Ade che rendeva invisibili.

Le Dee Vecchie, le Tre Graie (secondo alcune versioni sarebbero state due) sono il primo ostacolo che Perseo dovrà superare, e la terza manifestazione femminile della divinità.

Esse posseggono un solo Occhio in comune (e secondo alcuni racconti un solo dente).

Occultato dalla cappa di Ade, Perseo le priva dell’unico loro strumento di visione per ottenere l’indicazione della via verso la Grotta delle Gorgoni.

Queste divinità pre-olimpiche vivevano dove l’Oriente e l’Occidente si univano, dove né il Sole né la Luna potevano splendere, un luogo di confine anche per gli dei olimpici.

Anche le Gorgoni erano Tre dee primordiali, ma Medusa era mortale.

Nelle rappresentazioni arcaiche tutte le Gorgoni erano rappresentate con una maschera al posto della testa, tanto che successivamente queste raffigurazioni assunsero carattere apotropaico.

L’incontro tra Perseo e Medusa

Lo sguardo di Medusa pietrificava chi lo incrociava e poteva essere guardata solo per mezzo di una superficie lucida, uno Specchio, come lo Scudo che sorreggeva Atena mentre Perseo calava la “harpe“, la spada a falce, guardandovi il riflesso del suo volto.

Al termine dell’impresa Perseo donerà la Testa di Medusa ad Atena che ne ornerà l'”egida“, appropriandosi delle facoltà dell’antica divinità pre-olimpica, che tuttavia rimarrà indipendente.

Tutto il mito sembra rammentare l’impossibilità per l’’uomo di poter guardare direttamente la divinità senza oltrepassare la soglia dell’Aldilà.

Tuttavia la divinità concede di essere guardata attraverso uno Specchio, una riflessione, una speculazione.

Allo stesso modo l’uomo è nell’incapacità di vedere direttamente se stesso senza perdersi e senza disconoscersi.

Il Tema dell’Opera: Elementi visivi del Mito

Le considerazioni precedenti si trovano rappresentate figurativamente nello Specchio di Perseo attraverso elementi eterogenei.

Innanzitutto al Centro dell’opera troviamo lo Specchio, come la Testa di Medusa al Centro dell'”egida” di Atena, simbolo del guardare, dell’essere guardati, del guardarsi.

Attorno a questo Specchio si trovano i nomi in greco di quattro dei personaggi fondamentali del mito.

Atena, che guida l’eroe e sarà la reale beneficiaria dell’impresa.

Le Graie, le antiche divinità che conoscono la via che porta verso il limite della conoscenza.

Medusa, posta a guardia dell’ignoto, che nonostante la sua morte continuerà a opporre il suo sguardo immortale a quello dei veri mortali.

Perseo, l’eroe che nonostante le apparenze non riesce a penetrare il mistero del divino e rimane semplice strumento della nuova divinità olimpica, Atena, per cui consegue il potere protettivo di Medusa.

Elementi visivi del Simbolo

Lo Specchio di Perseo presenta Simboli che riprendono e rafforzano tale visione del Mito.

Il Cerchio e l’Ovale formati da Foglie di Ulivo dipinte e scolpite rimandano nuovamente ad Atena.

Il fondo screziato di Rosso e di Verde ricorda la Nascita del Corallo da un cespo di Alghe si cui Perseo aveva posato il capo reciso di Medusa.

I Quattro Occhi-Foglia posti agli angoli sono simboli apotropaici usati sulle suppellettili greche e sono rafforzativi del significato dell’opera.

La struttura di sostegno è un Triangolo Equilatero con il vertice verso il basso ad indicare l’antica divinità femminile trina che appare tra le pieghe del racconto mitico, così come è giunto fino a noi nelle sue varianti.

Opere del Passato

Per suggerire ulteriori riflessioni riguardanti lo Specchio di Perseo, sono state inserite alcune riproduzioni di opere di autori che hanno dato personali interpretazioni del mito in qualche modo affini alla presente.

“The baleful head” di Edward Burne-Jones

burne-jones-baleful-headThe baleful head” (La testa funesta) conclude il Ciclo di Perseo progettato da Edward Burne-Jones per la sala da musica del palazzo di sir Arthur Balfour.

Il ciclo, a cui l’autore lavorerà in più riprese dal 1870 al 1898, rimarrà incompiuto; se ne conservano dieci cartoni preparatori presso la Southampton Art Gallery e una serie di tele alla Staatgalerie di Stoccarda.

Nel dipinto viene rappresentata una scena che le fonti antiche non prevedono.

Perseo e Andromeda, tenendosi le mani nell’antico gesto della promessa matrimoniale, guardano la testa di Medusa riflessa nello Specchio di una fontana (o di un pozzo).

L’insieme ha un senso di sospensione degli eventi e di meditazione sul destino umano, dovuto ai seguenti particolari:

L’ambientazione in una sorta di “hortus conclususpagano;

La posa piegata e speculare dei personaggi;

L’assenza di un paesaggio arioso come negli arazzi tardo gotici o nelle illustrazioni a stampa rinascimentali.

“Perseo salva Andromeda” di Giorgio Vasari

vasari-perseo-andromedaPerseo salva Andromeda” di Giorgio Vasari, fa parte del ciclo di dipinti realizzati, tra il 1570 e il 1572, dal gruppo di artisti lui guidati nella decorazione dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio a Firenze.

All’interno dell’episodio viene collocata anche la Nascita del Corallo, seguendo la descrizione fattane da Ovidio nelle “Metamorfosi“.

La testa recisa di Medusa trasforma le Alghe su cui Perseo l’aveva poggiata e le “ninfe del mare” scoprono la proprietà di metamorfosi del Corallo.

Opposto al gruppo di ninfe si trova Pegaso; sullo stesso scoglio, alla testa di Medusa si contrappone lo Scudo, ovvero lo Specchio di Perseo, strumento indispensabile per causare la morte della Gorgone.

Benché la Nascita del Corallo sia un episodio marginale della storia di Perseo, esso diventa fondamentale nel programma di decorazione ideato da Vincenzo Borghini.

Esso è l’esempio principale della cultura cinquecentesca della “wundekammer” e dell’alchimia che ebbe in Francesco I de’ Medici uno dei più importanti sostenitori.